La comunicazione non verbale ovvero il linguaggio dei gesti

La comunicazione non verbale legata al marketing

Noi italiani “parliamo” molto anche con i gesti. Amiamo utilizzare le mani, le braccia e le espressioni per arricchire i nostri racconti e trasmettere con più enfasi le nostre emozioni.

In questo periodo storico, parliamo meno di persona ma comunichiamo molto di più con messaggi, sia sul telefono (sempre più evoluti) che con le e-mail e soprattutto attraverso i social. Scriviamo di più, è cambiato il nostro modo di approcciarci agli altri.

Nel nostro lavoro all’interno di un’agenzia di comunnicazione, si parla di marketing, di metodi per dare maggiore visibilità e valore alle aziende o ai prodotti. La comunicazione non verbale è affidata alle immagini. Una fotografia può davvero dire molto di più delle parole. Anche questo può essere considerata comunicazione non verbale.

Diverso è per i video che normalmente contengono dialoghi o voci fuori campo che aiutano a comunicare meglio le intenzioni del video stesso.

Possiamo prò dire che nei video pubblicitari nei quali compaiono degli attori, il linguaggio del corpo è fondamentale

La comunicazione quindi si è evoluta (e non è sempre un bene) e ci ha resi più “distanti”. Comunicare attraverso un oggetto tecnologico è diventato d’uso comune.

Nella comunicazione scritta attraverso questi mezzi, soprattutto i social network, vengono utilizzate molto pesso le emoji. Icone che esprimono sempre più dettagliatamente ogni nostra emozione. Con una emoji possiamo esprimere divertimento, rabbia, paura, sorpresa, affetto e tanto altro.

I gesti nel linguaggio verbale

Come dicevamo nel capitolo precedente, gesticolare, intinseco nel nostro modo di comunicare, vuol dire semplicemente compiere dei movimenti svolti per lo più dalle mani, utili a rafforzare il pensiero e rendere più chiaro ciò che vogliamo dire.

La comunicazione non verbale nel quotidiano

Quando incontriamo una persona e la salutiamo da lontano alzando la mano e scuotendola, stiamo compiendo un gesto emblematico o simbolico. Sono movimenti non verbali che, per la nostra cultura, sono riconoscibili e inequivocabili.

In ambito lavorativo, un gesto emblematico, accettato e percepito come immediato è la calorosa e sicura stretta di mano.

“Era grande così”

Poi ci sono i gesti illustratori, utilizzati con consapevolezza e intenzionalità; accompagnano e scandiscono il discorso illustrando ciò che stà dicendo. Aiutano l’ascoltatore nella comprensione e servono da supporto per la rappresentazione di oggetti, forme e movimenti (ad esempio si ha un gesto di questo tipo quando con l’uso delle mani si riproduce la grandezza di un oggetto di cui si sta parlando). Anche in questo caso, se usati in modo appropriato, in sede di selezione possono aumentarne la spontaneità e la capacità comunicativa di una persona.

Non solo le mani

Comunichiamo oltre che con le parole (scritte e dette) con le mani, anche con tutto il nostro corpo. Ogni movimento ha un particolare significato. La nostra postura infatti indica il nostro intento, il nostro stato d’animo. Moltissime volte non siamo consapevoli di comunicare con il nostro corpo, e il nostro interlocutore, pur non conoscendo il significato del linguaggio del corpo, può percepire le senzazioni che involontariamente stiamo traspettendo.

Quindi i cenni del capo, contatto visivo, postura, comportamento vocale, concorrono a creare una certa impressione nell’altro, nientemeno lo incoraggiano a continuare a parlare e riflettono l’interesse in ciò che viene detto.

Per esempio un brusco cambio di postura durante una conversazione, può manifestare noia.

Muovere le mani con attenzione

I gesti di adattamento, poi, sono appresi generalmente nell’infanzia e comprendono tutti quei movimenti inconsapevoli eseguiti per aumentare il livello di benessere auto-percepito, senza essere finalizzati a trasmettere un messaggio specifico.

Durante il colloquio con un’altra persona, questo tipo di gesti potrebbe essere messo in atto per via della tensione provocata dal contesto, dello stress, dall’ansia. Bisognerebbe farne buon uso, onde evitare un’impressione sgradevole che potrebbe riversarsi in esiti negativi.

Esprimere le emozioni con le mani e la postura

Ultimi, ma non per importanza, i gesti indicatori dello stato emotivo che prevalentemente si leggono sul volto ma possono essere anche gestuali. L’ansia, la tensione emotiva producono, infatti, mutamenti riconoscibili nei movimenti di un individuo, per esempio l’atto di scuotere un pugno in segno di rabbia.

Inoltre, è opportuno considerare come l’inconscio gestisce prevalentemente il non verbale e si esprime attraverso messaggi di gradimento, di rifiuto e di tensione. I primi sono quelli che indicano accoglienza, piacere, nei confronti della persona con la quale stiamo interagendo o all’argomento che stiamo trattando. Ad esempio spostare il busto in avanti potrebbe indicare l’interesse per l’argomento trattato. I secondi esprimono resistenza, rifiuto verso la persona o l’argomento o un agente esterno. Ad esempio sfregarsi con le dita la punta del naso potrebbe indicare un rifiuto verso quel determinato argomento.

Tutto chiaro? E tu come comunichi?



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